I
draghi sono creature presenti in tantissime leggende, e rientrano nella
mitologia delle più disparate culture. Non è quindi strano, che ancora oggi,
essi siano protagonisti di moltissimi libri fantasy :)
Pensando
a un drago, mi si manifestano davanti agli occhi diverse immagini... Prima di
tutto quella “classica”, legata ai ricordi delle fiabe che leggevo da bambina,
del drago simile a un grosso rettile, con grandi ali, artigli e fauci in grado
di spalancarsi e lanciare poderose fiammate.
Oltre
a questo, però, immagino anche il drago più benevolo, quello che ci arriva
dalle tradizioni orientali: un lungo serpentone portatore di beni e fortune.
Dato
che ultimamente mi sono trovata a leggere diversi libri che parlano di queste
creature, ho pensato di chiedere direttamente agli autori fantasy di parlarci
dei draghi, o meglio, di quello che questi esseri mitologici sono e
rappresentano per loro:
-
Prima di tutto, voglio sapere se avete mai visto un drago. E nel caso, come è
stato il vostro incontro ravvicinato con la creatura?
Sì, se penso a una
piccola lucertola nell’Outback (deserto) australiano, la bobtail goanna, piccola circa 20 cm e che, nonostante fossimo in
macchina, ruggiva e mostrava la lingua viola, iniettata di veleno. Non è
mortale per l’uomo, ma dopo il suo morso, ogni anno nello stesso periodo – così
si dice – ritorna una macchia violacea laddove la bocca ha azzannato. Insomma,
lascia un segno indelebile! Così come, l’aver incontrato un drago, ovvero un
grande maestro, la persona che mi ha insegnato le arti marziali e tutto ciò che
so sulla vita, il GM° Ivano Bonocore, lascerà per sempre un segno indelebile in
tutto ciò che sono.
Purtroppo non ho
ancora avuto l'onore di vedere un drago, ma sono certa succederà prima o poi!
Probabilmente non ho ancora dimostrato di essere abbastanza giusta e saggia per
avere questo onore. Prima o poi, però, mi farò un lungo viaggio a dorso di drago
come il protagonista della Storia Infinita.
In tutta sincerità non
ho mai visto dal vivo un drago; però mi sarebbe piaciuto incontrare una
creatura come questa… purché a debita distanza di sicurezza e con tutte le
protezioni antincendio del caso! Non si sa mai… :)
Potrebbe sembrare
scontato rispondere di no, invece io rispondo di sì. Il mio primo incontro con
un drago è stato reale, anche se non era in carne e ossa ma era su carta. Fermi
tutti! Non vi sto prendendo in giro, l’incontro ‘reale’ è dovuto al fatto che
era un vero libro che credeva fermamente nell’esistenza dei draghi. Sto
parlando di un bestiario medievale dove queste creature erano classificate al
pari di un cane o di un cavallo, come realmente esistenti.
La presa di coscienza di come un animale mitologico come il
drago (ma anche altri animali come l’unicorno) fosse considerato reale è stato,
per me, un vero e proprio colpo di fulmine.
Certo, l’aspetto era
un po’ bruttino, vermiforme con una grande capoccione. Ma è stato entusiasmante
lo stesso.
Ehehe, purtroppo me
lo son perso! E adesso vedo draghi in ogni rettile che osservo, sia esso vivo o
“fossile”. Del resto è dalla scoperta dei fossili di dinosauri che è nato
l’antichissimo mito del drago.
A volte mi chiedo
come sarebbe incontrarne uno; certo, se fosse Draco del famoso e meraviglioso
Dragon Heart ancora meglio! Li amavo già quando ho visto quel film per la prima
volta, e lì la mia adorazione è triplicata. Se vedete un drago fatemi un
fischio! Come? No, quelli di Dragon Trainer non valgono, eccetto Sdentato: lui
me lo porterei a casa! *_*
- Che
lo abbiate visto o no, ora vorrei una vostra descrizione di come è fatto un
drago...
Per me è un drago
d’oro. Metà occidentale nella forma del muso e del corpo, ma senza le ali; è
una grande lucertola con le scaglie, zanne e artigli. Vola per scelta, perché
non sa fare altro. Si muove alla velocità del suo pensiero: pensa a dove vuole
essere, e già è lì.
Un enorme rettile,
che diventa via via più maestoso man mano che passano i secoli e i millenni. Ha
quattro zampe, enormi ali e numerose corna. Il colore delle scaglie è molto
vario e dipende spesso dal tipo di poteri in possesso del drago, dalla sua
personalità e da molti altri fattori non chiari alle altre razze. Enormemente
intelligenti – alcuni di essi sono tra i maghi più formidabili mai esistiti – e
amanti di ogni tipo di tesoro, possono essere feroci nemici o potenti alleati
degli umani, a seconda del carattere e delle azioni degli umani stessi. Molti
di essi possono assumere forma umana con la magia.
Il drago della mia
storia sembra piuttosto diverso da questa descrizione – ma forse col tempo
potreste scoprire che lo è molto meno di quanto sembra!
Enorme, con squame
lucenti e grandi ali, una lunga coda, un muso allungato e serpentino e occhi
con iridi profondamente azzurre. Per me, grazie alla sua grandezza che lo
spinge a non avere paura di nulla, è un po’ impigrito e sornione e possiede
anche un’espressione che sta tra l’ironico e il serio. Un po’ come Sean
Connery!
Bella domanda, è un
argomento su cui si potrebbe scrivere un intero trattato.
Ovviamente ci sono
varie interpretazioni, ci sono i draghi orientali, ad esempio, che sono
serpentiformi, oppure le viverne che hanno quattro arti (due zampe e due ali),
addirittura ci sono rappresentazione di draghi a due teste.
Io sono più per
l’iconografia classica: quella con sei arti (quattro zampe e un paio di ali),
corpo massiccio coperto di squame, grandi ali da pipistrello – che terminano in
artigli affilati – spessi aculei che percorrono tutto il dorso in
corrispondenza della spina dorsale, zampe dotate di artigli e testa provvista
di corna.
Ovviamente esseri
così corpulenti non potrebbero volare, quindi attribuiamogli comunque un corpo
‘massiccio ma non cicciotto’ e le ossa cave per poter alleggerire il peso.
Per i miei draghi mi
sono attenuta rigorosamente al mito mesopotamico, anche se non ne condivido
alcuni aspetti. La descrizione prevede un corpo di serpente coperto di scaglie,
ali di pipistrello dall’apertura di circa quindici metri, quattro lunghe e
robuste zampe di lucertola, affilati artigli d’aquila, collo lungo, corna di
stambecco e testa di coccodrillo.
Seguendo un criterio
anatomico che attribuisce ai rettili non più di quattro zampe, non sono
d’accordo sul loro numero: dovrebbero essere due in quanto le altre due
corrispondono alle ali.
Ma vogliamo
sindacare sui miti? ^_^
-
Da dove, la decisione di inserire la figura del drago nei vostri scritti?
Ne I Figli di Baal, la mia trilogia, ho
inserito un drago femmina; importante sarà il suo cucciolo che crescerà con la
figlia mezz’elfo della protagonista Victoria. Elfi e draghi: entrambi esseri
antichi e mitologici. Eppure non è dal sangue che si fa il proprio destino, ma
dalle scelte nel vivere quotidiano che ognuno fa. Anche un semplice essere
umano – giorno dopo giorno – può diventare un drago. Basta avere un obiettivo,
una via, e perseguirla.
Il drago è sempre
stato la creatura fantasy che ho più amato fin da bambina. Per me una delle
immagini più belle di un eroe fantastico era sempre stata quella del cavaliere
a cavallo di un drago. Fin da quando ero piccola ho quindi sognato di scrivere
una storia sull'amicizia tra un uomo e il suo drago: era quindi inevitabile che
fosse uno dei cardini del mio primo romanzo!
Ho notato che questa creatura mitica appare di continuo in
molte leggende e nella mitologia soprattutto Norrena e rappresenta il non plus
ultra delle creature mitologiche conosciute nel mondo. Appare anche come
incarnazione del male quando viene ucciso da San Giorgio e in molte altre
rappresentazioni. Spesso viene visto come il male incarnato anche a causa della
sua mostruosità (derivata dal serpente apparso nel peccato originale) e ho
ritenuto dargli una nuova veste, questa volta, piena di umanità con pregi e
difetti, al di là dei pregiudizi.
Come dicevo il mio
amore è nato molto presto, appena entrata in contatto con le antiche credenze
popolari. Da quel momento ho approfondito sempre più la conoscenza di queste
creature utilizzando libri e manuali e, soprattutto, studiando le vere
iconografie antiche e le leggende che ci girano intorno.
Ho inserito nei miei libri la figura del drago per poterli
rendere reali e ‘viverli’. Non per ultimo, per togliermi lo sfizio, almeno con
la fantasia, di poter volare su uno di essi.
Mi serviva una figura archetipica che inglobasse in sé il
senso di mistero, ferocia, inesplicabilità e d’inarrivabile grandezza e arcana
saggezza. Doveva rappresentare gli Albori del Tempo, l’ordine delle cose,
l’eterno contrapposto alla ciclicità, la creatura a metà strada tra l’Uomo e
l’Universo, tra l’Uno e il Tutto, Garante dell’Equilibrio, dove ogni
Capostipite (il Millenario, per intenderci) rappresenta un elemento della vita.
Tali elementi interagiscono con altri elementi secondari che, a loro volta,
danno vita a una vera e propria discendenza di creature intelligenti. Sto
spoilerando, perciò basta!
-E
cosa rappresenta il drago, per voi?
Evoluzione,
crescita, fermezza e determinazione. La consapevolezza che tutto ciò che accade
è nella nostra mente, non fuori, ma dipende da noi. E, quindi, così come
l’abbiamo creata, possiamo cambiarla, in base alle esigenze.
I draghi
rappresentano una perfetta unione di opposti: la violenza della natura più
selvaggia e la pazienza e l'immobilità delle montagne, l'aggressività di un
predatore e la saggezza di un mago, l'indipendenza più fiera e la
consapevolezza di far parte di un unico grande sistema naturale. Il drago
rappresenta insieme la perfetta saggezza, frutto di una vita millenaria, e la
potenza della natura nella sua espressione più grezza e vitale.
La forza che c’è in
noi, la coscienza che sotto sotto ci parla (e che a volte non sentiamo
ottusamente), ci ascolta, ci consola e infine ci sostiene proteggendoci dalle
incursioni del male. Un essere con un immenso potere e di difficile
comprensione. Insomma il mio drago rappresenta Dio, un dio che interviene con
il suo calore paterno quando ci troviamo sperduti, senza una guida tangibile,
una certezza, ogni giorno mentre affrontiamo le nostre paure e le nostre
difficoltà umane. Un Dio sempre pronto a rivolgerci un caldo sorriso e che ci
protegge nel Suo immenso abbraccio. Questo, per me, rappresenta il mio drago
d’argento, Garudall.
È la
rappresentazione della fantasia umana e anche della voglia di sognare.
Vi confesso che sono
sicura che qualche strana creatura doveva essere realmente esistita che ha
ispirato uomini ed è diventata così famosa.
È una figura affascinante e il mistero che la
circonda lo è ancora di più.
P.S. In realtà la
descrizione dei draghi presente nei miei libri è venuta fuori da alcuni giochi
dei miei figli, a cui ho aggiunto le informazioni sulle rocce, minerali e
pietre preziose.
Come ho accennato
poco sopra, nei miei libri i Millenari rappresentano le essenze elementari,
primarie (Aria, Acqua, Terra e Fuoco) e secondarie (Folgore, Ferro, Vegetale e
Nebbia Primordiale).
Ho attribuito loro
questi valori perché per me il drago rappresenta la forza, il destino, il
potere, la vita primordiale. Del resto, i dinosauri sono o non sono la più
grande testimonianza storico-biologica dell’esordio della vita sulla Terra?
Ringrazio
tutti gli autori per le risposte.
...
E invito gli amanti dei draghi a leggere tutti i loro libri, ovviamente!