Oggi per la rubrica A kind of... Fantasy Magic, Fantasy Selfpublishers presenta:
IL GRIMORIO NELLA STORIA
Quando
sentiamo la parola Grimorio, finiamo inevitabilmente col pensare a ingombranti
tomi polverosi ingialliti dai secoli, le cui pagine custodiscono potentissime e
antichissime formule magiche grazie all’uso delle quali sarebbe possibile
ottenere tutto il desiderabile. Immagine poetica, non c’è dubbio, ma
incompleta, se non addirittura fuorviante.
In
realtà questa visione del Grimorio si è sviluppata in epoca piuttosto recente,
prodotta e alimentata dalla psicologia romantico-spiritista della cultura
vittoriana. Le testimonianze attraverso il tempo, infatti, ci raccontano una
storia diversa.
Tutto
ha inizio con le prime civiltà monumentali, e quindi quei popoli antichi che
già avevano sviluppato la necessità di lasciare dei monumenti, ossia
testimonianze della propria presenza e delle proprie conoscenze ai posteri. È
infatti il bisogno di rispondere a questa esigenza a portare alla nascita delle
prime forme di scrittura e con esse, inevitabilmente, la nascita del libro.
Inizialmente
la scrittura era un’arte ad appannaggio di pochissimi fortunati, in principal
modo scribi e sacerdoti, dai quali gli stessi sovrani finivano col dipendere.
Questo fattore, associato alla naturale propensione al segreto del genere umano
– avere segreti e scoprire segreti – rese una pratica naturale la stesura di
testi che contenessero conoscenze destinate alla cerchia ristretta di iniziati
degni di ricevere tale conoscenza, in particolar modo quelle legate al
misterioso mondo del divino e dell’intangibile, che più di ogni altro ha da
sempre scatenato la curiosità e il desiderio esplorativo dell’uomo.
La
prima testimonianza della storia riconducibile a quella che è la vera
definizione di Grimorio è la serie di papiri egizi conosciuta col più famoso
nome di “Libro dei Morti”, rotoli riccamente illustrati della lunghezza anche
di quindici metri che venivano deposti accanto al defunto all’interno del
sarcofago. In questi rotoli sono raccolti inni funerari, rituali religiosi
riguardanti la sepoltura e il culto dei defunti e tutta la mitologia funeraria
del pantheon egizio. Si riteneva che la conoscenza di questi testi permettesse
all’anima del defunto di affrontare il lungo e pericoloso viaggio nel regno dei
morti.
Come
gli egizi, tutte le culture antiche hanno posseduto i loro testi di magia, che
altro non erano se non testi in cui venivano annotati rituali, formule
propiziatorie, miti, leggende e profezie. Ma non solo papiri e rotoli erano
Grimori, spesso questa conoscenza era scolpita nella pietra o dipinta alle
pareti sottoforma di informazione grafica secondo schemi criptici
decodificabili solo dagli iniziati.
Con
l’avvento del Cristianesimo, man mano che avanzava la conversione, il
ritualismo magico andò scemando, venne in parte assorbito dalla religione cristiana
trasformandosi in pratica liturgica e quindi dominio esclusivo del clero. Nello
stesso frangente, pestilenze e guerre portarono a una decadenza di tutta la
cultura occidentale dell’epoca, gettando l’intera Europa in quello che oggi è
conosciuto come Medioevo.
È in
questo periodo che il concetto di eresia si radica profondamente nella cultura
europea e, in concomitanza a un analfabetismo diffuso quanto la gramigna, riduce
a pura utopia la possibilità di tramandare in forma scritta rituali,
filastrocche scaramantiche o quant’altro esuli dalla religione canonica.
Eppure, anche in questo periodo i Grimori non scompaiono, piuttosto evolvono,
trasformandosi in manuali alchemici.
L’alchimia
è quella disciplina che, mescendo sacro e profano, superstizione e osservazione
empirica, reverenza e desiderio di sperimentare, è stata all’origine di scienze
quali astronomia, chimica, fisica, metallurgia, fino a sfociare nelle scienze
mediche.
Purtroppo
l’osservazione empirica era spesso, e troppe volte, deviata dalle profonde
superstizioni dell’epoca, per cui molti volumi sono stati considerati puri
testi di blasfemia e sono stati distrutti. Testimonianze dell’epoca ne sono
rimaste davvero poche, dunque, il più delle volte infatti la memoria di taluni
volumi ci giunge sottoforma di leggenda e in quanto tale distorta e deviata
dalla sua origine a opera delle superstizioni e dicerie che ne hanno arricchito
o svilito il contenuto reale attraverso le chiacchiere.
Anche
in quei testi che sono pervenuti fino a noi sono presenti profonde alterazioni,
spesso veri e propri stravolgimenti, in quanto i testi originali – rarissimi,
talvolta custoditi in collezioni private o non consultabili a causa della profonda
usura del volume stesso – erano stati redatti in latino e sono stati spesso
vittime di traduzioni mal realizzate o arbitrarie, riducendo il più delle volte
i contenuti a meri atti di violenza su animali o persone al fine di evocare
questo o quel presunto demone.
Come
tutti i periodi oscuri, però, anche il
Medioevo ebbe fine e con il Rinascimento si ebbe un rifiorire di tutte
le arti, incluse quelle magiche.
La
medicina e l’erboristica, che fino ad allora erano stati argomenti ampiamente
trattati nei Grimori come opere di vera e propria ritualità religiosa,
divennero scienze ad appannaggio delle università e quindi possesso esclusivo
di studiosi maschi che, spogliandole entrambe dell’aura sacrale di cui erano
sempre state investite e grazie anche al supporto di menti geniali come quella
di Leonardo da Vinci, diedero un profondo sprint a quella che a quei tempi era
chiamata medicina galenica (da Galeno, primo medico cristiano) e che divenne
medicina tradizionale e si è andata evolvendo nei secoli fino a diventare la
medicina classica attuale.
Spogliato
della componente medica, dei rituali sulla vita dopo la morte e
dell’esplorazione del divino ormai dominio della Chiesa, il Grimorio assunse
una forma nuova, sempre sacra, ma fortemente più esoterica. Rituali, formule
magiche e propiziatorie, filtri e incantesimi furono dunque i soli argomenti
trattati nel Grimorio, accompagnati da elenchi di nomi di angeli e demoni,
stralci di testi religiosi e leggende di santi mai realmente esistiti. Elementi
come la chimica, l’erboristica e l’astronomia rimasero solo sottoforma di
informazioni esoteriche, molto spesso copiate dalle erronee traduzioni di
Grimori più antichi, perpetrando colossali errori di procedimento e tutta
quella branca di superstizioni oscurantiste basate sulla paura e la
prevaricazione sulla natura.
L’avvento
del secolo dei lumi fece quasi del tutto scomparire il concetto di Grimorio. La
luce della ragione riteneva a dir poco disprezzabile l’idea di affidarsi a
qualcosa di così labile, fantasioso e non dimostrabile scientificamente come la
magia.
Furono
i vittoriani, con quella loro natura intimamente romantica e il gusto per le
cose retrò, a riportare alla luce il Grimorio, così come fu merito loro
l’invenzione dell’archeologia.
Esattamente
come per la seconda, anche il primo fu però fortemente condizionato dalla
cultura profondamente rigida e contraddittoria dell’epoca vittoriana.
Fu
così che, se da una parte la società era incuriosita da questi testi antichi,
dall’altra se ne sentiva minacciata in quanto l’esoterismo esulava dalla
religione cristiana e veniva anzi aborrito dalla stessa.
Il
Grimorio divenne dunque vittima di ulteriori stravolgimenti e fu considerato un
manuale di magia nera.
Possiamo
ben immaginare la delusione di questi libri ad essere declassati da testi sacri
a meri manuali per compiere azioni blasfeme e nefandezze vere o immaginarie.
Riscatto
al Grimorio, in tempi recenti, è stato dato dai movimenti neopagani, in
particolar modo dalla Wicca – fondata negli anni ’50 del secolo scorso da
Gerald Gardner, esperto di esoterismo, che costruì una corrente religiosa
basata sul rapporto sacro con la natura, rifacendosi a un concetto primitivo
della religiosità, con una divinità immanente che racchiuda in sé i principi
maschili e femminili in egual potenza e misura.
Questo
movimento misterico-spirituale ha adottato il concetto del Grimorio originario,
ossia testo intriso di religiosità, affinando però il concetto di segretezza in
quanto ogni cultista possiede un proprio Grimorio personale, che è una sorta di
diario in cui annota gli sviluppi del proprio percorso spirituale. In quanto
diario personale il Grimorio viene considerato segreto e non consultabile da
terzi, salvo espresso permesso del proprietario.
Le
congreghe Wicca possiedono anche un Grimorio di Congrega. Strutturato secondo
quello del singolo, è consultabile esclusivamente dai membri iniziati e fidati
della congrega – spesso solo da membri scelti dall’Alta Sacerdotessa – e
include rituali, poesie ed inni al divino, incantesimi, ricette e tutto quanto
è stato operato in congrega, quindi tutti elementi realizzabili in gruppo.
Il
Grimorio moderno ha una particolarità peculiare che lo differenzia da tutti i
Grimori dei secoli scorsi: esso è diviso idealmente in due parti, oppure
costituito da due tomi differenti.
Una
parte viene chiamata Libro delle Ombre. In essa sono riportati incantesimi,
filtri, pozioni, rituali, ricette, canti. Tutto quanto può essere realizzato
praticamente, quindi in questa sezione è raccolta tutta la parte manualistica.
L’altra
viene chiamata Libro della Luce. In essa si annotano le corrispondenze
astrologiche, le informazioni erboristiche (esoteriche e medicamentose), gli
inni al divino, il significato dei simboli magici e delle lame dei tarocchi, le
peculiarità del piccolo popolo, e le diverse esperienze spirituali e meditative
che si vivono di volta in volta lungo il percorso spirituale. In pratica tutto
quanto può essere definito teorico o non ripetibile volontariamente, per cui
questa sezione rappresenta anche la parte più spirituale del volume.
Spesso
il Grimorio moderno conta anche un terzo elemento: il diario onirico, che
include la cronaca dei sogni, comuni o lucidi.
Questo
è dunque il racconto, semplificato, del Grimorio nella storia. E se questa
cronaca ha distrutto le vostre fantasie romantiche su vecchi tomi polverosi
pieni di incantesimi che attendono di essere ritrovati tra le cianfrusaglie
della soffitta della nonna, guardate il lato positivo: se avete un pizzico di
fantasia e un po’ di voglia di scoprire l’occulto, potete scrivere con le
vostre mani il vostro Grimorio, e quello sarà il testo più sacro e magico di
tutti, perché racconterà di voi.
A cura di Claudia Mauro
Sito
dell’autrice: http://claudiamauro.iobloggo.com/
Nessun commento:
Posta un commento