martedì 22 ottobre 2013

Angolo al veleno: come sviluppare una nuova storia


 
Benvenuti alla seconda puntata della rubrica “come far perdere l’entusiasmo agli aspiranti scrittori” o, se preferite, “come salvare il fantasy italiano dalle turpitudini moderne”!
Nello scorso episodio vi avevo brevemente illustrato alcuni dei cliché più odiosi dei libri fantasy, almeno nei due genere “di punta”, cioè Urban e Epic/High/come-preferite-chiamarlo.

Oggi vedremo, invece, come sviluppare [e concludere] una storia senza scadere in luoghi comuni e banalità tutt’altro che originali.


COME SVILUPPARE UNA NUOVA STORIA
 
 
Immaginate di essere immersi nell’attività che prediligete per cercare ispirazione, quando all’improvviso BOOM, un’idea iperfigherrima vi balena in testa! Ecco, sapete cosa dovete fare? SCARTATELA, perché con buone probabilità è ultra abusata o comunque scontata. Se proprio non volete rinunciare a questa idea molto “oh my god, sono un genio del male”, abbiate almeno la decenza di fare qualche ricerchina su internet per assicurarvi che non ci abbia già pensato qualcuno prima di voi. O che almeno non ci abbia già pensato mezzo mondo xD.

Un enorme consiglio che mi sento di darvi è di evitare di iniziare la stesura di un romanzo se prima non avete in mente ALMENO un’idea generale dell’andazzo che farete prendere alla storia. Sembrerà assurdo, ma mi sono imbattuta in moltissimi autori che “creano” la storia man mano che scrivono, invece di avere una “scaletta scritta/mentale” da seguire. Ora, o siete dei geni dell’improvvisazione, oppure ne verrà fuori una merda incoerente su tutti i fronti. Sì, perché l’idea iniziale potrà anche essere bellissima e ultra originale, ma se poi vi perdete nello svilupparla, vi bruciate un’opportunità enorme! A maggior ragione se volete scrivere una saga, non potete permettervi di scrivere alla “viva il parroco” [o, più volgarmente, alla cazzo di cane]. Avete presente quando trovate incoerenze allucinanti e buchi narrativi più grossi della vagina di Cicciolina nelle vostre serie tv/animate preferite, a distanza di qualche stagione? Mi riferisco esattamente a quello.

Altro punto su cui vorrei soffermarmi è il finale. Spesso e volentieri, infatti, quando mi trovo davanti una buona storia, sul finale finisce sempre per deludermi. Sapete perché? Perché io ODIO il classico happy ending… Spiegatemi perché cazzo dovrei perdere ore preziose della mia vita per leggere una storia che finisce con il classico “e vissero tutti felici e contenti”. Perché, perché? Lo trovate originale? Credete che al lettore piaccia essere preso per il culo in questo modo? L’happy ending è forse pure peggio del finale “e si scoprì che era tutto un sogno”. Non è un buon finale, è uno schifo e – fosse per me – abolirei tutti i libri che finiscono così. Oddio, chiaramente dipende dal genere, ma visto che stiamo parlando di Fantasy, mi sembra ridicolo terminare una trama figa e superba in un modo tanto banale [motivo principale per cui provo un odio viscerale verso il Romance in genere]. Non fraintendetemi, per happy ending intendo quei finali dove: il Bene fa il culo al Male in maniera inequivocabile, impedendo FOREVER al Male di rigenerarsi nel mondo, assicurando pace perpetua [very Kant style xD]; tutti i personaggi buoni vivono e i cattivoni di turno muoiono, uccisi dall’animo gentile dei protagonisti o dall’incantesimo/arma magica/formula/quello-che-è più potente del mondo, e che ovviamente solo i buoni di turno possono usare.
C’è un altro tipo di finale che, specialmente negli ultimi anni, sta fortemente prendendo piede in molti ambiti [libri, film etc…], ed è quello in cui il protagonista si sacrifica/viene ucciso per salvare il mondo. Ora, di per sé è un’idea molto figa, o meglio lo sarebbe se non fosse ormai ultra abusata. Diciamo che è un tipo di finale “a doppio taglio” xD, nel senso che dipende da come viene gestito. Una storia in cui viene usato in maniera molto intelligente è, a mio avviso, l’anime “Death Note”, mentre viene usato in maniera squallida e ridicola nell’anime “Puella Magi Madoka Magica”. L’idea di fondo di entrambi i finali è la morte/sacrificio del protagonista, ma le circostanze e l’ambiente in cui ciò avviene sono estremamente differenti e determinanti per la buona riuscita o meno della storia.

Personalmente, ritengo che il tipo di finale migliore sia quello “a cliff-hanger”, dove qualcosa [di non necessariamente rilevante] rimane in sospeso, rendendo così il finale aperto a molteplici interpretazioni. Non è un tipo di finale che può risultare scontato e banale, visto che la scelta dell’evento da non “concludere” è a discrezione dell’autore, e può andare da una semplice frase di chiusura volutamente vaga a un’intera situazione irrisolta, che sicuramente spronerà il lettore a ragionare sul possibile significato dello stesso e sull’eventuale proseguimento. Uno degli esempi più recenti che presenta questa tipologia di finale è il film “Inception”.

Ultimo tipo di finale è quello in cui il Male vince sul Bene, e sarebbe ora che qualcuno si prendesse la grande responsabilità di mostrare al mondo che non sempre è tutto rose e fiori :D. Sempre per citare film recenti, mi verrebbe da dire che i finali del film “Shutter Island” e dei vari capitoli della saga di “Saw” possano in qualche modo rientrare in quest’ultimo caso.


Ricapitolando, per sviluppare la geniale idea che avete in mente [e che deve prima superare il test dello scorso articolo] è consigliabile:


1. avere una scaletta generale della storia scritta o a mente, cercando di lasciare meno elementi possibili all’improvvisazione [mi riferisco agli eventi principali! Ovviamente quelli “di circostanza” sono più facili da gestire]

2. evitare di prendere per buona la prima idea che vi viene in mente, facendo qualche ricerca sulla stessa, in modo da avere un quadro generale della frequenza con cui questa viene [ab]usata

3. evitare, o limitare il più possibile, lo scontato happy ending, soprattutto se si sta scrivendo un libro dai caratteri forti e solenni [epic/classic/high fantasy e tutti quei cosi simili lol]. Se proprio il Bene deve trionfare, fate per lo meno morire qualcuno dei buoni xD

4. gestire al meglio il finale con la “morte dell’eroe”, perché ci vuole poco a smerdare una storia intera con un finale campato per aria e forzatamente “figo”

5. prediligere finali aperti “a cliff-hanger” o in cui vince il Male sul Bene perché, ammettiamolo, raramente nella vita il Bene trionfa e tutto viene spiegato.

Anche questo simpatico e zuccheroso stimolo agli aspiranti scrittori è terminato! Non piangete, il prossimo argomento vittima delle mie sevizie verbali è già stato deciso! Un po’ di pazienza e potrete godervi l’ennesimo massacro di entusiasmo!

Alla prossima, vostra Crudelia :D
http://tinyurl.com/susanmikhaiel

 
 

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