mercoledì 6 novembre 2013

Angolo al veleno: Come non annoiare o stordire il lettore


 
COME NON ANNOIARE O STORDIRE IL LETTORE
 
Benvenuti a questa nuova puntata di “ammazza l’esordiente sul nascere”!
Se siete arrivati fin qui indenni, significa che avete un’idea davvero originale in mente, quanto più possibile lontana dagli stereotipi e dagli abusi più comuni, e dunque siete pronti per cominciare a mettere nero su bianco la vostra storia!
Premetto dicendo che ognuno ha il proprio stile, quello non lo si impara dagli altri. Lo si crea e lo si sviluppa da sé, al limite ispirandosi a quello di qualcun altro, senza però copiarlo. Detto questo, è bene tener conto di alcune piccole indicazioni per non cadere negli errori più banali e – ahimè – molto frequenti tra esordienti e non. Prima di tutto, scegliete il registro linguistico più adatto al vostro genere. Non usate paroloni del millemila avanti cristo in un Urban Fantasy o Fantasy Futuristico [fantascientifico, o come volete chiamarlo], perché non c’azzecca una minchia xD [a meno che non serva a delineare la psicologia di un determinato personaggio, ovvio]. Stesso discorso vale al contrario, non usate termini moderni o dialettali in storie di un certo “spessore”. Soprattutto, NON usate termini dialettali, a meno che non stiate volutamente facendo parlare un personaggio in gergo. Se non siete sicuri “dell’italianità” di un vocabolo, piuttosto controllate sul dizionario o usate un sinonimo.
Una volta stabilito il registro [o i registri] più consono alle vostre esigenze, potete passare alla stesura vera e propria. Non esistono delle regole sulla proporzione ideale dialoghi/narrazione, ma è bene alternare ogni tanto le due parti, per non appesantire troppo la lettura. Personalmente, ritengo che le parti dialogate siano spesso molto più scorrevoli e interessanti di quelle narrate, e per questo motivo non le tratterò [almeno non in questo articolo]. Quello su cui vorrei focalizzare l’attenzione, invece, è sulla narrazione. In particolare, vorrei disquisire non-troppo-brevemente sulle descrizioni. Ora, le descrizioni sono certamente importanti in una storia, ma spesso e volentieri molti scrittori si perdono in lungaggini assurde e inutili, rallentando a manetta il ritmo della storia e annoiando [sì, ANNOIANDO] il lettore. Consolatevi, questa tendenza antipatica ce l’hanno anche gli scrittori famosi, e non è propriamente motivo di vanto. Rendetevi conto che un lettore vuole conoscere la storia, sapere come va avanti e come si conclude, e NON VUOLE ritrovarsi pagine e pagine di descrizioni infinite tra un avvenimento e un altro. Sapete qual è il mio primo pensiero, quando mi imbatto in libri simili? “Sto qui non sapeva che cazzo scrivere per riempire la pagina. Sarà uno di quelli convinti che un libro più è lungo più fa figo, indipendentemente da storia, stile e tutto il resto.” Il risultato è che, spesso, questo elemento finisce per influenzare negativamente il giudizio finale su un’opera.
Ora, quanto da me detto non va ASSOLUTAMENTE interpretato in termini per cui le descrizioni vanno evitate, anzi, ma più come un monito a non esagerare. Mi spiego. Descrizioni più o meno dettagliate e approfondite vanno assolutamente fatte per luoghi/personaggi principali, visto che sono gli elementi attorno cui ruota tutta la storia. In misura minore, e con il giusto peso, si può dare spazio anche a luoghi/personaggi secondari, se farlo risulta congeniale alla storia. Fidatevi che il lettore non si ammazza se gli permettete di fantasticare un po’, eh. Quello che dovete evitare, invece, è di perdere mezze pagine [o anche di più] a descrivere il pinco pallino di turno che dice una battuta e poi ciao ciao tanti saluti; idem, se i personaggi si ritrovano in un bar random per mezza scena in croce e poi non ci tornano più, a nessuno frega di sapere come è fatto il locale. A NESSUNO. È inutile stare a descrivere tutto nei minimi particolari, soffermandosi su quanto fossero fighi i vestiti del tal tizio, o quanto fossero affascinanti gli effetti di luce che riflettevano la polvere blablabla… quando poi la narrazione vera e proprio è ridotta all’osso. Se non sapete cosa scrivere per riempire le pagine, piuttosto non scrivete. Fate un favore a voi stessi e al lettore. Tanto nessuno vi corre dietro con un forcone per obbligarvi a pubblicare in fretta. Se vi prendete qualche giorno per raccogliere e organizzare le idee tra un capitolo e l’altro, nessuno vi minaccia o tenta di uccidervi.
 
Keep calm and take a breath.
 
Fatto? Bene.
Un consiglio che voglio darvi, che poi è quello che faccio io prima di mettermi a scrivere una scena, è quello di immaginare più e più volte lo svolgersi della stessa. A ogni nuova volta, vi verranno in mente elementi in più per arricchirla di dettagli, intrighi etc… e non vi ritroverete a smadonnare contro il monitor perché non sapete cosa scrivere.
Con questo concludo il terzo capitolo del fantastico viaggio tra veleni e frecciatine di questa rubrica.

Vostra Crudelia :)
http://tinyurl.com/susanmikhaiel

1 commento:

  1. Ho letto i tre articoli rivolti agli esordienti e per il momento i miei lavori si sono salvati, aspetto con ansia il prossimo post su questo argomento!! :-D

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