Autopùbblicati! È più facile!
Risposta alla domanda: ‘Sei sarcastico, vero?’ : sì.
Scrivere un libro è la parte più facile - oserei dire che scrivere un
libro è la parte ‘marginale’ - dell’autopubblicazione. Il bello arriva dopo:
occupati da solo di rimediarti un buon editor e qualcuno che abbia una minima
idea di come si fa una copertina (ovviamente pagali di tasca tua, con soldi
veri, eh!), organizza una rete di beta readers che dia la caccia a svarioni e
refusi vari, va’ in pasto al mercato, fatti da solo la pubblicità, la
promozione, inventati qualsiasi modo per portare le persone a leggere il tuo
libro, anche prendendo i potenziali lettori uno per uno e tirandoli dentro con
la forza. Prova a fare lo spam, accorgiti di quanto sia inutile e deleterio, mettiti
a scrivere articoli per alzare un dibattito, va’ a caccia di recensioni (ben
sapendo che quelle positive potrebbero non portarti un solo acquisto in più,
mentre quelle negative ti faranno sicuramente perdere qualche possibile
cliente), affronta l’esercito di balubba di vecchia data che ripeteranno in
continuazione una frase a scelta presa tra le seguenti: chiunque può
autopubblicarsi, quindi meglio investire il mio danaro in un autore pubblicato,
come Fabio Volo \ devi crescere all’interno di una casa editrice tradizionale,
avere una guida, altrimenti non arriverai mai ad avere la qualità di molti
autori pubblicati, come la Littizzetto \ perché leggere un autopubblicato,
quando posso leggere sia Fabio Volo che la Littizzetto? Affronta persino quelli
che iniziano a confrontare i libri di Tolkien o Martin, che probabilmente non
hanno neanche letto, con il tuo, che sicuramente non hanno neanche letto.
Affronta i pregiudizi e gli stereotipi, soprattutto attieniti alle etichette
che ti hanno attaccato addosso se non vuoi incorrere nella rabbia degli stessi
che te le hanno attaccate addosso (lo so, questa era un po’ difficile).
Affronta quelli che useranno contro di te parole delle quali non capiscono il
senso (la maggior parte delle volte termini anglosassoni), affronta quelli che,
senza un’apparente ragione, vorrebbero far assomigliare il tuo libro alle
boiaccate che leggono, quelli che travisano le tue parole perché sono troppo
impegnati ad ascoltare la propria voce, quelli che non sanno neanche di cosa stanno
parlando ma si credono in condizione di superiorità perché sei tu quello caduto
così in basso da pubblicare qualcosa (dopotutto chi non scrive, fa, dice o
realizza qualcosa nella propria esistenza è sempre un potenziale genio in
confronto a chi si mette in gioco. Ma, ehi, ho una pessimerrima notizia per
voi: forse il mondo, che non sempre premia i secondi, mai premia i primi!)
Affronta i moralisti, gli idealisti o, peggio ancora, quelli che semplicemente
ignorano il mondo nel quale vivono.
Pensi sia finita? Che regazzino: la miglior forma di promozione è
scrivere un altro libro, quindi ripassa dal via e fai tutto da capo con ancora
più entusiasmo! Ovviamente adesso avrai anche attirato l’attenzione di qualcuno
che si divertirà a scriverti una (non)recensione-bomba sotto la sedia (le
recensioni false e dettate dal solo odio, che si riconoscono perché sono
totalmente decontestualizzate, del tipo: ‘pessimo libro, davvero scritto male.
Non leggerò il prossimo’ valido per qualsiasi opera od operetta, dal Satyricon
di Petronio fino all’ultimo romanzo autopubblicato dieci secondi fa su Amazon
Brazil) e questo senza contare i polemici di professione che, data
l’inesauribile fame del loro ego, ti riempieranno il profilo Facebook di flame,
approfittando di un qualsiasi tuo post, anche del genere: ‘Uh, il costo della
benzina è salito, che disdetta!’ per commentare: ‘pessimo libro, davvero
scritto male. Non leggerò il prossimo’. Affronta oltre a questi i
professionisti dell’editoria tradizionale, quelli delle grandi e grosse case
editrici – che semplicemente non capiscono che noi siamo figli e vittime del
loro fallimento – i quali, sotto mentite spoglie, cercheranno un qualsiasi modo
per tagliare le gambe a te e ai tuoi colleghi.
E se riesci a vendere qualcosa? Se riesci persino a scalare la classifica
Amazon? Ah, il bello arriva solo ora! Ritrovati a contrastare l’esercito di
leccapiedi, approfittatori, invidiosi, spammer, vucumprà ed elementi poco
raccomandabili del mercato editoriale ufficiale o ufficioso, quelli che salgono
sul tuo treno senza biglietto, il gatto, la volpe e mangiafuoco, i dotti i
medici e i sapienti e, probabilmente, anche Fabio Volo che indossando barba e
baffi finti ti ricorda la necessità di crescere all’interno di una casa
editrice seria.
La soluzione? Puoi sempre provare a tradurre il tuo libro in inglese e
tentare il piatto ricco di amazon.com. Sul serio, niente di più facile.
Rimediati un traduttore, uno rigorosamente madrelingua che abbia una minima
idea di come si traduce un romanzo senza distruggere totalmente la voce
dell’autore (vi prego, non ci provate neanche a trovare un traduttore che non
sia madrelingua inglese, vi scongiuro, né a farvi la traduzione da soli,
avanti, risparmiatevi una figura di eiezioni) ovviamente fatti fare, e spesa, l’editing
anche di questo (la copertina già c’è vero? Chiedi solo al tuo copertinista di
aggiungere la scritta in inglese e vedi se non ti chiede il sovrapprezzo), il
tutto condito da una promozione sui social, sui blog od ovunque capiti in una
lingua che non è la tua (e dove ti attaccheranno in una lingua che non è la
tua).
Fatto? Adesso aggiungi anche un lavoro per pagare le bollette, una casa
da mantenere in standard igienici da paese occidentale, una famiglia, degli
amici e il pieno della macchina e
KataBOOOOOOMTREPUNTIESCLAMATIVI
Se non sei pronto a tutta questa inesauribile dose di facilità e
felicità, fatti, e facci, un favore.
Cercati una casa editrice.
Scritto da Walt Popester. Da’ un’occhiata qui: http://tinyurl.com/Walt-Popester-Dagger
Niente di più vero! Io non ho pubblicato fantasy ma tutt'altro genere ma i problemi sono sempre gli stessi. E poi dopo tutto il lavoro fatto (perché ci perdi ore di lavoro tutti i giorni) ti ritrovi anche a dover "combattere" contro quelli che cercano di screditarti un pò per invidia (ci vuol coraggio a non farsi coprire le spalle da un editore e a farti carico di tutto ciò che ne viene) e un pò per paura. Poi per carità come ci sono libri pubblicati da case editrici famose ma di dubbio gusto se non proprio brutti brutti ci sono libri autopubblicati illegibili... ma autopubblicazione e pubblicazione tramite editore sono due facce della stessa medaglia, cioè di un mercato che sta cambiando che ci piaccia o meno.
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