mercoledì 9 aprile 2014

Recensioni GDR - Resident Evil 3: Nemesis





Resident Evil 3: Nemesis

Ciao a tutti! Oggi voglio proporvi il titolo di una famosa serie di giochi che tutti voi conoscete, magari solo grazie ai film che hanno fatturato milioni di dollari al cinema offrendo carneficine gratuite e trama pressoché inesistente. Perché ho deciso di parlarvi del terzo titolo, quando ne sono usciti tanti altri con migliore definizione? Semplice: è l’ultimo che mi è piaciuto. Ho giocato al quarto ed è stato l’ultimo. Il motivo probabilmente farà ridere in molti e storcere il naso ad altri, ma è puramente perché hanno sostituito la mira automatica con quella manuale ed io sono NEGATA con il prendere la mira col joypad. Punto. Il gioco, almeno per me, non era più godibile e rilassante (ehi, uccidere zombie mi rilassava!), ma un’infinita serie di bestemmie quando dovevo sparare per forza in un minuscolo puntino alle spalle di un mostro che non stava mai fermo. Ma porc...
Coooomunque. Il terzo capitolo è l’ultimo ad avermi lasciato un ricordo che possa definirsi piacevole, vediamo perché.
Come saprete, Resident evil è un survival horror, non fantasy, che, in parole povere (non c’è molto da analizzare nella trama) racconta di una multinazionale, la Umbrella, che fa esperimenti umani con virus sintetizzati in laboratorio, come il virus T o il virus G, allo scopo di creare dei supersoldati. L’effetto collaterale di tali virus è che i fallimenti cominciano a mangiare i non infetti, trasmettendogli il virus, che cominciano a camminare lentamente, trascinando gli arti mangiucchiati, emettendo versi incoerenti: zombie. Ormai la città di Racoon city è completamente invasa dagli zombie, i pochi sopravvissuti vengono mangiati l’uno dopo l’altro e la Umbrella decide di epurare la città facendola saltare in aria. Ciò che cambia nei vari capitoli sono i protagonisti e i puzzle da risolvere per andare avanti nel gioco, che poi sono la vera cosa interessante, a parte il seccare gli zombie. Questa volta la protagonista è Jill Valentine, un membro del corpo speciale di polizia S.T.A.R.S del RPD (Racoon Police Department), che si ritroverà a scappare per la sopravvivenza prima che le prove delle attività della Umbrella vengano cancellate (come al solito). Un’altra differenza con gli i titoli precedenti è che questa volta la Umbrella ha assoldato dei mercenari per farsi sbranare dai mostri - non proprio per quello, ma si fanno massacrare - tutti tranne Carlos, che coopera con Jill e riesce a salvarsi con lei.
Due sopravvissuti in un’intera città. Wow.
Inoltre, come sottilmente indica il titolo, Jill ha una nemesi, uno zombie portatore di virus T (con il quale la infetterà, ma Carlos andrà a sintetizzare la cura per lei) creato appositamente per far piazza pulita degli scomodi membri della S.T.A.R.S. Oltre all’apparizione di vecchie conoscenze e luoghi già visti nei primi due capitoli, il terzo titolo non offre molto altro. La cosa che più mi è piaciuta è stata sbloccare le armi a munizioni infinite, come il lanciarazzi con cui seccare Nemesis in un colpo solo, la colt che fa esplodere la testa agli zombie o lo shotgun che ne impala tre di fila, e ricominciare il gioco facendo piazza pulita di tutto ciò che osa muoversi intorno a Jill. E magari sbloccarle i vestiti alternativi... ci hanno messo un tocco di femminilità per il sesso debole. (?!?) Mi verrebbe da aggiungere un’esclamazione colorita, ma la tengo per me, penso l’abbiate capita. Tutto sommato il gioco è carino per sfogare lo stress di una giornata in cui avresti voluto strangolare qualcuno, ma non l’hai fatto per ovvie ragioni; scaricare gli istinti omicidi sugli zombie è molto più salutare, ma la carenza di una trama articolata è una pecca su cui è difficile soprassedere, quindi non posso dargli più di un 7/10. Forse anche un 6.5. Alla prossima recensione!
http://tinyurl.com/maddalenacioce

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