Resident Evil 3: Nemesis
Ciao a tutti! Oggi voglio proporvi
il titolo di una famosa serie di giochi che tutti voi conoscete, magari solo
grazie ai film che hanno fatturato milioni di dollari al cinema offrendo
carneficine gratuite e trama pressoché inesistente. Perché ho deciso di
parlarvi del terzo titolo, quando ne sono usciti tanti altri con migliore
definizione? Semplice: è l’ultimo che mi è piaciuto. Ho giocato al quarto ed è
stato l’ultimo. Il motivo probabilmente farà ridere in molti e storcere il naso
ad altri, ma è puramente perché hanno sostituito la mira automatica con quella
manuale ed io sono NEGATA con il prendere la mira col joypad. Punto. Il gioco,
almeno per me, non era più godibile e rilassante (ehi, uccidere zombie mi
rilassava!), ma un’infinita serie di bestemmie quando dovevo sparare per forza
in un minuscolo puntino alle spalle di un mostro che non stava mai fermo. Ma
porc...
Coooomunque. Il terzo capitolo è l’ultimo ad avermi lasciato un ricordo che possa definirsi piacevole, vediamo perché.
Coooomunque. Il terzo capitolo è l’ultimo ad avermi lasciato un ricordo che possa definirsi piacevole, vediamo perché.
Come saprete, Resident evil è un
survival horror, non fantasy, che, in parole povere (non c’è molto da
analizzare nella trama) racconta di una multinazionale, la Umbrella, che fa
esperimenti umani con virus sintetizzati in laboratorio, come il virus T o il
virus G, allo scopo di creare dei supersoldati. L’effetto collaterale di tali
virus è che i fallimenti cominciano a mangiare i non infetti, trasmettendogli
il virus, che cominciano a camminare lentamente, trascinando gli arti
mangiucchiati, emettendo versi incoerenti: zombie. Ormai la città di Racoon city
è completamente invasa dagli zombie, i pochi sopravvissuti vengono mangiati l’uno
dopo l’altro e la Umbrella decide di epurare la città facendola saltare in aria.
Ciò che cambia nei vari capitoli sono i protagonisti e i puzzle da risolvere
per andare avanti nel gioco, che poi sono la vera cosa interessante, a parte il
seccare gli zombie. Questa volta la protagonista è Jill Valentine, un membro
del corpo speciale di polizia S.T.A.R.S del RPD (Racoon Police Department), che
si ritroverà a scappare per la sopravvivenza prima che le prove delle attività
della Umbrella vengano cancellate (come al solito). Un’altra differenza con gli
i titoli precedenti è che questa volta la Umbrella ha assoldato dei mercenari
per farsi sbranare dai mostri - non proprio per quello, ma si fanno massacrare
- tutti tranne Carlos, che coopera con Jill e riesce a salvarsi con lei.
Due sopravvissuti in un’intera
città. Wow.
Inoltre, come sottilmente indica il
titolo, Jill ha una nemesi, uno zombie portatore di virus T (con il quale la
infetterà, ma Carlos andrà a sintetizzare la cura per lei) creato appositamente
per far piazza pulita degli scomodi membri della S.T.A.R.S. Oltre all’apparizione
di vecchie conoscenze e luoghi già visti nei primi due capitoli, il terzo
titolo non offre molto altro. La cosa che più mi è piaciuta è stata sbloccare
le armi a munizioni infinite, come il lanciarazzi con cui seccare Nemesis in un
colpo solo, la colt che fa esplodere la testa agli zombie o lo shotgun che ne
impala tre di fila, e ricominciare il gioco facendo piazza pulita di tutto ciò
che osa muoversi intorno a Jill. E magari sbloccarle i vestiti alternativi...
ci hanno messo un tocco di femminilità per il sesso debole. (?!?) Mi verrebbe
da aggiungere un’esclamazione colorita, ma la tengo per me, penso l’abbiate
capita. Tutto sommato il gioco è carino per sfogare lo stress di una giornata
in cui avresti voluto strangolare qualcuno, ma non l’hai fatto per ovvie ragioni;
scaricare gli istinti omicidi sugli zombie è molto più salutare, ma la carenza
di una trama articolata è una pecca su cui è difficile soprassedere, quindi non
posso dargli più di un 7/10. Forse anche un 6.5. Alla prossima recensione!
http://tinyurl.com/maddalenacioce
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