Se vi siete cimentati nell’ultimo
esercizio proposto, quello del Chi? Come? Dove? Quando? e Perché?, allora avete
sotto gli occhi quella che sarà la trama della vostra storia.
O, molto più probabilmente, un
abbozzo di essa.
Queste sessanta (o cento, se è
per questo) parole sono lo scheletro sul quale andrete a costruire il vostro
romanzo o il vostro racconto. E non la vostra saga. Non ancora, vi prego. Prima
si impara a pedalare e poi si ci iscrive al Giro d’Italia.
Se avete seguito lo schemino dell’esercizio,
la vostra trama conterrà tutte le informazioni importanti per voi e,
successivamente, per il lettore. Avremo quindi un’idea generale su chi sono i
protagonisti della vostra storia, dove vivono, in che epoca vivono, quali sono
e saranno le loro azioni e, molto importante, cosa li muove a compiere proprio
quelle azioni. L’abbozzo di una trama non dovrà mai essere molto specifico.
Ovviamente, se nella vostra mente sono già presenti episodi dettagliati
ricordatevi di prenderne nota per un utilizzo successivo, ma al momento non
appesantite la trama con troppi dettagli.
Di certo dovrete avere un’idea
generale anche di dove state andando a parare. Il finale della vostra storia
non dovrà essere definito nei più minimi dettagli, ma almeno dovrete avere
un’idea di come volete concludere la vostra storia. Approfitto comunque per
ricordarvi che niente di quel che scrivete è inciso su pietra. Tutto può subire
variazioni in qualsiasi momento, ma avere già un’idea del percorso da compiere
vi renderà più tranquilla la stesura.
Ovviamente non esistono regole
nella creazione di una trama. Le nostre domande servono soltanto a
schematizzare. Però, c’è perlomeno uno schema classico di trama che merita un
po’ di attenzione. Si articola su sei punti e potrete trovarlo illustrato su
tutti i principali manuali di scrittura.
1)
Stabilità: è il momento di partenza, quello
dell’equilibrio, il punto da cui si dipanerà tutta la storia. In questa fase
dovrete cercare di fornire al lettore le informazioni principali sui vostri protagonisti,
sulla loro vita e sul loro mondo. È una fase essenzialmente descrittiva. Non a
caso le favole cominciano sempre con C’era
una volta.
2)
Conflitto: è il momento in cui succede qualcosa, in cui
la vita dei nostri personaggi viene sconvolta da un evento. Le possibilità sono
molteplici: dai barbari che invadono il villaggio del nostro eroe/eroina
massacrando tutti tranne lui/lei al mago che si presenta alla vostra porta per
condurvi in un misterioso viaggio.
3)
Complicazione: ovviamente se la questione fosse tutta
nel risolvere un conflitto, nessuna storia andrebbe oltre le due pagine.
Appartengono a questa fase tutte le difficoltà che il nostro eroe incontrerà
nel risolvere il conflitto generato dal punto due. Rientrano in questa fase i
tradimenti, i cosiddetti scherzi del destino e tutto ciò che sembra allontanare
il nostro eroe dal successo mentre in realtà lo fortificano.
4)
Climax: questa è facile. È il punto più alto del
cammino del nostro eroe, quello in cui il lettore starà con il fiato sospeso
per comprendere quello che accadrà. È il momento delle epiche decisioni, quelle
che decreteranno il successo o l’insuccesso del nostro eroe.
5)
Denoument o
scioglimento: è il momento in cui il conflitto inizia a trovare le sue risposte
e si incanala verso la sua soluzione. È un punto critico della scrittura, nel
senso che capita spesso di perdere i propri lettori in questo momento perché
tendiamo a trascurare il corretto scioglimento dei conflitti. Pronti ad
arrivare al gran finale, ci dimentichiamo che abbiamo lasciato il grande amore
del nostro eroe appeso a una corda sopra una vasca di piranha e cose di questo
tipo.
6)
Risoluzione: risolto il conflitto la nostra storia deve
assumere un nuovo equilibrio. Questo non necessariamente vuol dire che deve
esserci un lieto fine (a me piacciono, ma è una mia opinione). Il nostro eroe
potrà uscire dalla sua avventura felice e ricompensato oppure infelice ed
emotivamente distrutto, ma è necessario che l’equilibrio venga ricostituito.
Anche se avete in mente un sequel. Se proprio non riuscite a levarvi dalla
testa di essere i futuri eredi di Martin, perlomeno cercate di concludere le
trame secondarie. Non sempre la pazienza del lettore vi consentirà di narrare
come volete voi.
Una piccola nota aggiuntiva.
Quando si parla di trama non si può ovviare a citare altre due parolacce, vale
a dire l’intreccio e la fabula.
L’intreccio è la nostra storia nella scansione temporale in cui viene
narrata. Non sempre il tempo dell’intreccio è lineare. Spesso si ricorrerà a
qualche flashback oppure potrebbe accadere di dover narrare il medesimo
episodio dal punto di vista di due personaggi diversi.
La fabula, invece, è la narrazione lineare degli avvenimenti e questo
implica che non sempre fabula e trama
abbiano la medesima scansione temporale. Ho sempre trovato di molto aiuto fare
una rappresentazione grafica della fabula,
una sorta di specchietto temporale. Serve a tenere d’occhio lo svolgimento
degli eventi anche secondo le leggi naturali. In una storia fantasy, per esempio, potrebbero non
festeggiare il Natale, ma ci dovrebbero essere delle feste stagionali. Oppure,
un altro errore classico è quello di distribuire pleniluni a caso (la luna
piena ha il suo perché, vero?). Per cui narrazioni che durano poche settimane
si godono la bellezza di cinque o sei pleniluni. Ricordatevi, l’importante è la
coerenza.
Esercizio:
Ovviamente, dopo la trama, dovete
schematizzare intreccio e fabula.
Prossima puntata: i personaggi.
Stay Tuned!
I.B.
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